Con il mondo del retail che cambia sempre più velocemente, è necessario, per stare al passo con le esigenze dei consumatori, che i retailer diventino sempre più scaltri anche nello sfruttare gli accordi immobiliari, a lungo termine, dei propri spazi commerciali.
Sta prendendo sempre più piede, infatti, la cultura della sperimentazione e dell’investimento in nuove sfide merceologiche e di concept, anche “mobili”, che lasciano spazio a esplorazioni più concettuali, veloci e facilmente rinnovabili.
Retailer e brand nell’era dei pop-up store
Se negli anni 90, un contratto di locazione per uno store, aveva una durata media di 20 anni, al giorno d’oggi ha una durata media di 5, chiara dimostrazione dell’impermanenza, tipica solo del mondo del retail, e non di altri settori.
Nel retail, ogni cosa ha un inizio e una fine molto rapidi, a partire dal prodotto venduto che deve avere un continuo e veloce ricambio. Se ci si confrontasse con un Visual Merchandiser o un Designer, vi diranno che è proprio questo cambio continuo, e la natura fugace del settore, a renderlo così affascinante. Ogni cosa viene costruita per essere poi disfatta, o in 3 giorni o in 3 anni.
L’era dei temporary store nel retail
L’era dei negozi pop-up è così, temporanea ed effimera! In un’epoca in cui il declino degli ingressi nel punto vendita è all’ordine del giorno, i brand, ma anche i singoli commercianti, stanno trovando nuovi fantasiosi mezzi per invogliare la gente ad entrare. Primo tra tutti spicca il concetto di vendita “pop-up nomade”.
Iniziamo con l’analizzare questo fenomeno rispetto ad un mercato gemello, il mondo del food truck. Nel 2008, proprio mentre la recessione colpiva, i venditori ambulanti di generi alimentari emersero nelle scene gastronomiche locali, portando la cucina gourmet, unica, alle masse, cambiando così la percezione di cosa significasse mangiare cibo.
Il tutto è iniziato nelle più importanti città americane, ed è diventato in poco tempo, un fenomeno di tendenza a livello mondiale.
Basti pensare che solo nel 2017 questo mercato ha sviluppato un guadagno di 27 milioni di dollari (secondo i dati della National Restaurant Association).
Pop-up store nomadi
Lo stesso processo sta avendo negli ultimi 5 anni nel settore del retail, i semplici negozi, si sono trasformati in negozi “pop-up nomadi”, tramite l’impiego di bus e persino di scooter, rendendosi così più affascinanti e accessibili ai prospect, ossia potenziali clienti, e alla clientela già consolidata.
Essendo sempre in movimento, hanno la possibilità di raggiungere qualsiasi luogo in cui si possano concentrare considerevoli gruppi di persone (come ad esempio i mercati degli agricoltori, festival di musica, eventi di moda, ecc.). Questa nuova tipologia di retail completamente mobile e trasformabile sta cambiando anche il concetto relativo al marketing del settore, rispetto a come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi.
Specialmente nel mercato americano ed estero, una moltitudine di negozi pop-up si sta facendo strada, portando i propri prodotti direttamente nelle mani della gente del posto, anche se solo per un giorno o addirittura solamente per un’ora.
Questo concetto di retail mobile, funziona, si è subito in grado di testare il mercato, senza essere bloccati in contratti a lungo temine, sia rispetto alla tipologia di merce venduta, sia rispetto agli immobili.
Dà la possibilità a tutti i retailer e brand di muoversi agilmente all’interno del mercato, e questo è veramente SMART.